DISCORSO DEL SINDACO IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE

Un momento della manifestazione in piazza Don Zunino a Tovo
Care cittadine,
cari cittadini,


la ricorrenza del 4 novembre è la giornata dedicata all'Unità nazionale e alle Forze armate e davanti al Monumento ai caduti sul quale sono incisi i nomi di tanti giovani del nostro paese che ho appena letto rendiamo il doveroso omaggio a tutti quegli uomini che hanno sacrificato la loro vita per il nostro benessere, la nostra Patria.

Sono passati 95 anni da quel 4 novembre 1918: qual è il significato, oggi, di questa ricorrenza? La risposta ufficiale è che il 4 Novembre si celebra l'anniversario della Vittoria nella I guerra mondiale, data che storicamente simboleggia un passaggio fondamentale nel processo di unità. Contestualmente si celebra anche la Festa delle Forze Armate, che ringraziamo con cuore per quello che quotidianamente fanno per noi, molte volte dandolo per scontato. Dunque questa ricorrenza è la giornata istituita proprio in memoria dei settecentomila soldati che persero la vita combattendo nel primo conflitto mondiale e che grazie anche al loro sacrificio l'Italia è diventata la Nazione che ci garantisce la libertà di espressione, di voto di poter esercitare i nostri diritti.

Queste sono le riflessioni ufficiali, ma cosa dire oggi a Voi e ai tanti ragazzi disillusi dalla situazione politica, economica e sociale, quei ragazzi che a breve saranno anche futuri cittadini di questa Italia?

E' indubbio che nella nostra Nazione serpeggia un malcontento verso la gestione pubblica che proprio fra i giovani, su cui la crisi si sta abbattendo pesantemente, trova maggiore seguito: credo che sentiamo tutti un bisogno profondo di essere rappresentati da persone oneste e chiare, in cui avere fiducia, a cui dare fiducia e soprattutto affidare il nostro futuro. E proprio dall'esempio di quei giovani che persero la vita nei due conflitti mondiali dobbiamo trovare lo stimolo per ricostruire questa Nazione: sono infatti convinto che se i nostri nonni, i nostri genitori furono capaci di ripartire da due conflitti mondiali che distrussero letteralmente il Paese, possiamo riuscirci anche oggi, anche se non siamo in guerra. 

E' vero che la situazione economica è difficile per tutti, per qualcuno anche drammatica, lo è anche per gli enti locali, per i Comuni in particolare, ma c'è qualcosa di più subdolo che sta intaccando il nostro vivere comune: l'egoismo. 

Questo sentimento negativo intacca l'etica, la morale ed in una parola sola i comportamenti di tutti.

La domanda che mi pongo e vi pongo è questa: se 95 anni fa un'intera nazione sentì il bisogno di rimboccarsi le maniche per ricostruirla dalle macerie, oggi che abbiamo un livello di istruzione e di conoscenza ben superiore rispetto ai nostri avi, cosa ci impedisce nel mettere in campo la stessa voglia di fare e di rimboccarci le maniche per risolvere i problemi che sta attraversano l'Italia? Credo che la risposta sia proprio nel egoismo cinico che ci porta a starcene a guardare delegando tutto agli altri per poi magari subito criticare. 

Questo non è più accettabile!

E' necessario ripartire dei fondamentali della nostra Nazione, dal sacrificio di questi giovani, è necessario rileggere la nostra Carta Costituzionale e di applicarla. E' necessario partecipare alla gestione pubblica, ma non farlo a parole, ma farlo concretamente, dando il proprio aiuto, la propria disponibilità a risolvere i problemi. 

L'egoismo si supera solo con la partecipazione e questa deve avvenire con il coinvolgimento di tutti. In un momento complicato come quello che stiamo attraversando, dove si sta mettendo in discussione anche la struttura stessa dello Stato, dove il nostro Comune, come tutti i Comuni italiani, è in una fase di trasformazione purtroppo confusa e non lineare, è più che mai indispensabile la collaborazione di tutti i cittadini. Solo in questo modo, con il coinvolgimento, la partecipazione e l'ascolto, si potrà affrontare con intelligenza e concretezza questa fase per dare ai nostri figli, come fecero i nostri nonni, i nostri genitori, una nazione più sicura e ricca di come l'abbiamo trovata e certe letture storiche attuali, tristemente volte solo a dividere e lacerare, le lasciamo volentieri a chi non ha a cuore la nostra Nazione, il nostro paese.

Care cittadine, cari cittadini, il sacrificio di questi giovani i cui nomi sono scritti su questo monumento non deve assolutamente essere dimenticato, ma deve continuare ad essere un nostro valore fondamentale a cui tutti noi dobbiamo fare riferimento per riuscire a progredire come Nazione e come Comunità.

Viva le Forze Armate, Viva l’Italia, Viva la Repubblica.

Un grazie va all'Associazione Alpini Val Maremola per la partecipazione.

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