IL PATTO DI STABILITA' COLPISCE ANCHE TOVO!

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Quest'anno è entrata in vigore l’estensione del patto di stabilità anche ai piccoli comuni con popolazione compresa tra 1000 e 5000 abitanti ed oggi a Genova si è svolto un seminario organizzato da ANCI Liguria al quale hanno partecipato con i loro interventi il Presidente Commissione Finanza Locale ANCI, Franco Floris, il Coordinatore Piccoli Comuni ANCI Liguria, Antonino Oliveri, Paolo Leonardi di ANCI Emilia Romagna, Gian Lorenzo Boracchia, Dirigente Risorse Finanziarie della Regione Liguria, l’esperto in finanza pubblica e tributi, Avv. Pietro Piciocchi.

Da questo importante momento di confronto è emerso come il Patto, per come è stato applicato in Italia (il "Patto di stabilità" è una "regola matematica" pensata dall'Unione Europea per tenere sotto controllo i conti pubblici degli Stati appartenenti all'area euro, con l’obiettivo di ridurre i deficit e i debiti accumulati negli anni e risanare così le finanze pubbliche. L’Europa ha posto degli obiettivi; come raggiungerli è una scelta che compete ai singoli Paesi), in realtà si sia dimostrato fallimentare causando più danni che benefici: la spesa pubblica infatti non si è fermata, ma in compenso c'è stato in pratica il blocco degli investimenti pubblici! Durante il dibattito è emerso che se si sbloccasse solo la metà dei fondi fermi nei comuni (cifra stimata in circa 22 miliardi di eruo), si darebbe davvero una boccata d'ossigeno all'economia, facendo lavorare imprese, dando lavoro a migliaia di lavoratori ed offrendo soprattutto risposte ai cittadini. Infatti uno degli effetti più controversi del Patto di stabilità è proprio il crollo degli investimenti pubblici stimato del 45% che vuol dire, in sostanza, la scomparsa, solo nella nostra regione, di circa il 40% delle piccole aziende artigianali che, attraverso i "piccoli lavori pubblici", rappresentavano il 17% del PIL della Liguria.

Con l'introduzione del Patto anche ai comuni fra i 1000 ed i 5000 abitanti solo 99 comuni liguri (quelli sotto i 1000 abitanti) rimangono fuori da questa "tagliola". E questa novità crea inoltre seri problemi tecnici ed amministrativi ai piccoli Comuni come Tovo che, ovviamente, non sono strutturati per affrontare il cambiamento normativo e la conseguente mole di lavoro. Dunque per molte amministrazioni locali, compreso Tovo San Giacomo, il 2013 sarà un anno impegnativo: gli obiettivi assegnati al nostro comune sono pesanti ed il rischio che il blocco degli investimenti, come quello dei pagamenti dei fornitori, ricada nell'offerta dei servizi ai cittadini è davvero preoccupante. Con il Patto di stabilità strutturato in questo modo, la gestione risulterà fortemente ingessata ed i comuni saranno costretti a comprimere o addirittura ad azzerare gli investimenti, nonché a ritardare i pagamenti alle imprese a fronte di interventi in conto capitale decisi in anni precedenti. 

Il bilancio 2013 dovrà essere approvato entro fine giugno ed auspichiamo tutti quanti che ci sia davvero un ravvedimento da parte del futuro Governo su questo strumento: se da un lato è giusto un controllo della spesa, dall'altro il Patto di stabilità mortifica l'erogazione dei servizi ai cittadini e la possibilità di sviluppo e progresso delle comunità. 

Durante l'incontro organizzato da ANCI sul Patto di stabilità e Tares il comune di Tovo San Giacomo ha chiesto che venga portata avanti una battaglia di ANCI per la revisione di questo strumento e che venga eliminata dal Patto almeno la parte residuale delle spese per investimento ovvero quella parte di spesa per la quale i comuni hanno già i soldi in cassa e che potrebbe essere utilizzata immediatamente per portare a termine opere pubbliche e dare così respiro al sistema artigianale e lavorativo locale.

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