RIVA DEL GARDA: DOCUMENTO FINALE ANCI - PICCOLI COMUNI

Ecco il documento finale elaborato nella due giorni di Riva del Garda a cui ho partecipato rappresentando il Comune di Tovo San Giacomo

ANCI-ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI
L’XI CONFERENZA NAZIONALE DEI PICCOLI COMUNI LA VI CONFERENZA NAZIONALE DELLE UNIONI DI COMUNI 
riunitesi a Riva del Garda nei giorni 1-2 Luglio 2011
richiedono al Governo, al Parlamento e alle Regioni di rispondere alle seguenti

AZIONI URGENTI E RISPOSTE

PREMESSA
la crescente condizione di incertezza del quadro di riferimento finanziario e politico-istituzionale del Paese, in particolare, aggravato dalla manovra finanziaria insostenibile e incomprensibile varata dal Governo in questi giorni, accentua innanzitutto l’evidente necessità che nel Paese si interrompa un disegno di ridefinizione dell’assetto istituzionale unicamente legato alle emergenze finanziarie del momento, virando con decisione verso un nuovo e certo sistema di rapporti interistituzionali che consenta alla Repubblica di sostenere anche la sua stessa stabilità finanziaria.
La nuova manovra finanziaria deve essere coerente con questo quadro o, almeno, non lo contraddica palesemente e pesantemente, con gravi ripercussioni per gli anni a venire.
La manovra deve tenere conto che i COMUNI hanno “già dato” e stanno ancora dando per il risanamento delle finanza pubblica, ma anche di quanto possono ancora contribuire – se vengono definite innanzitutto scelte di politica nazionale adeguate – a far tornare a crescere il Paese; senza crescita non si risana la finanza pubblica ed il Paese si avvia inevitabilmente al declino.
I piccoli Comuni, in particolare, non possono permettersi ulteriori sacrifici in termini di fondo di perequazione, che comporterebbero una insostenibile ulteriore compressione dei servizi ai cittadini oltretutto senza ancora un quadro definito a livello nazionale e regionale che consenta di attuare con certezza il processo di gestione associata delle funzioni comunali e che, di fatto, ridisegna assetto e governance di circa 5700 piccoli Comuni italiani, del 55% del territorio, di 12 milioni di cittadini.

TUTTO CIÒ EVIDENZIATO, QUESTI SONO I PRINCIPALI TEMI CHE NECESSITANO RISPOSTE DA PARTE DEL LEGISLATORE

un ORDINAMENTO DIFFERENZIATO per i Piccoli Comuni, a partire dalla carta delle Autonomie, prevedendo: 1) una “riconversione” delle normative vigenti che tenga conto dell’impatto attuativo e, spesso, della stessa inapplicabilità nei Comuni di ridotta dimensione demografica e 2) una definizione di nuovi provvedimenti già pensati in tal senso;

MISURE DI SEMPLIFICAZIONE burocratico-amministrativa: forte e sentita è la necessità di semplificazione dei provvedimenti vigenti, spesso contrastanti e sovrapposti, anche istituendo specifici “Tavoli di Semplificazione” (anche telematici) statali e regionali; revisione e attenzione particolare allenormative sul personale;

PERSONALE: si chiede con forza che siano introdotte deroghe sul personale rispetto al rigido regime vigente, superando il limite del 2004 almeno per i Comuni che hanno un rapporto spesa personale/spesa corrente inferiore alla media o che dimostrino che una esternalizzazione del servizio produrrebbe costi maggiori.

un MODELLO UNITARIO DI GOVERNO DEL TERRITORIO: flessibile nelle dimensioni e negli obiettivi in relazione alle diverse esigenze territoriali, stabile, durevole, autorevole e di diretta derivazione comunale nella struttura organizzativa, per la gestione associata di funzioni fondamentali, per l’erogazione di servizi ai cittadini e per l’esercizio di politiche per lo sviluppo e la coesione locale, con un richiamo alla specificità delle aree montane come sancito dall’art. 44 della Costituzione, come l’Unione di Comuni sta dando prova di costituire già in molte realtà. In particolare, per quanto attiene al DPCM di individuazione del limite demografico minimo per lo svolgimento obbligatoriamente associato delle funzioni fondamentali comunali e rispetto ai tempi previsti per la sua attuazione, si rileva la necessità che siano recepite le proposte integrative suggerite dall’ANCI, provenienti dal territorio e volte a dare una concreta e più razionale attuazione del processo di gestione associata delle funzioni fondamentali dei piccoli Comuni.

UN CHIARO E ADEGUATO ASSETTO DELLE RISORSE: a favore dei piccoli Comuni e delle loro Unioni, unitamente alla definizione di convenienti meccanismi per la distribuzione del Fondo perequativo di riequilibrio, anche in relazione all’impatto applicativo dei diversi provvedimenti attuativi del federalismo fiscale e alla fondamentale funzione dello sviluppo, della coesione sociale, della tenuta e dell’unità territoriale che valorizzando il sistema dei piccoli Comuni si intende rivendicare e assolvere.

Scongiurare il rischio di destrutturare, in particolare i piccoli Comuni, da un punto di vista istituzionale, compromettendo di fatto - con provvedimenti ordinari - la loro capacità di governo, in contrasto specifico con la stessa riforma del Titolo V della Costituzione.

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