L'INTERVISTA DEL SINDACO A "SOTTOPRESSIONE"

Unione di Comuni, Patto di stabilità e tanto altro ancora in quest'intervista per Liguria Web Tv.




“I sindaci dei piccoli comuni sono rappresentanti di una categoria che va scomparendo. La partecipazione alla vita politica è sempre più difficile. Eppure, si tratta di veri presidi sul territorio, sia dal punto di vista democratico che da quello manutentivo, poiché sempre più in prima linea per gli interventi più urgenti e necessari per i cittadini e per il territorio stesso”. A parlare è Alessandro Oddo, primo cittadino di Tovo San Giacomo, ospite di Cristiano Bosco a “Sotto Pressione” su LiguriaWeb.tv.

Piccoli comuni, ma grandi difficoltà, sostiene Oddo. “C'è innanzitutto una carenza di risorse. E la priorità assoluta è la manutenzione del territorio, alquanto fragile come il nostro. Nell'entroterra, negli ultimi 30 anni, abbiamo assistito a un progressivo abbandono dei boschi e delle fasce. Questo, assieme alla cementificazione e alla mancata azione di manutenzione che veniva fatta dai nostri vecchi, ha fatto sì che il territorio subisse le intemperie atmosferiche”. Eventi di crescente intensità, che oggi portano a “un deterioramento sempre maggiore”. Una soluzione a questa tendenza, per il Sindaco di Tovo, sarebbe “far tornare le persone a occuparsi della terra”, nonché “garantire ai presidi, come i piccoli comuni, le risorse necessarie per intervenire”.

Quella della disponibilità delle risorse non è una battaglia nuova, per Oddo. “Nel 2013 scrissi ai parlamentari savonesi per esprimere tutte le perplessità e i dubbi di un Sindaco di un piccolo comune come Tovo San Giacomo - 2 mila e 600 abitanti scarsi - che si trovava ad affrontare il cosiddetto 'Patto di Stabilità'”, racconta. “Avere i soldi in tasca e non poterli spendere. Se in teoria esso può avere un obiettivo preciso, ovvero di evitare gli sprechi, in pratica si trasforma in una assurdità. È un obbligo europeo declinato nella maniera più fantasiosa possibile. Ci sono comuni che sono sottoposti al patto da diversi anni, con milioni di euro bloccati nelle casse. Se questi soldi fossero messi in circolo, potrebbero essere investiti sul territorio, portare oltre alla manutenzione e alla salvaguardia dell'incolumità dei cittadini, dare anche lavoro delle imprese artigiane”.

Ma la sua lettera, ha provocato qualche cambiamento? “Ha mosso un po' l'acqua, ma il Patto di Stabilità c'è sempre. La situazione non è cambiata”, ammette. “Ma continuo sempre la mia lotta. Mantenere questa ghigliottina su edifici pubblici utili come le scuole o sulla manutenzione del territorio è assurdo. Capisco limitare alcune spese, ma impedire agli enti di fare manutenzione è inammissibile, specialmente quando ci sono i soldi a disposizione”.

A differenza del suo collega di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, Alessandro Oddo non ha un'opinione negativa sul progetto di Unione dei Comuni. “Il Decreto Delrio ha dei difetti, ma anche tanti pregi, perché ha messo ordine a una serie di riforme sull'architettura democratica del paese che dal 2011 a oggi era intervenuta sugli enti locali: Delrio ha messo un punto chiaro”, afferma. “Certo, non è la panacea di tutti i mali, però è una soluzione. L'Unione dei Comuni è un'opportunità per i piccoli comuni e per i territori, perché si possono dare risposte ai bisogni dei cittadini. Il cittadino paga le tasse e vuole dei servizi, i comuni piccoli fanno salti mortali per rispondere a queste domande: è qui che l'Unione dei Comuni può aiutare, attraverso un ente più grande che possa fare da catalizzatore e dare il suo know how di esperienza, competenza, organico e professionalità per dare risposte. Si tratta di uno strumento importantissimo, se usato con intelligenza”.

A poco più di un anno dal termine del mandato, Alessandro Oddo non si sbilancia sul proprio futuro: “Parlamento e Regione le escludo. Ho ancora un anno e mezzo di mandato. Tra circa un anno valuterò, insieme alla squadra e ai cittadini”. Su una cosa è certo: non diventerà giocatore del Genoa, sua squadra del cuore, “per evidenti carenze fisiche”.

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