GLI STATI GENERALI DELL'ACQUA AD ANDORA


Venerdì scorso il Comune di Andora ha organizzato gli Stati Generali dell'Acqua, un incontro organizzato in collaborazione con il Coordinamento Ligure Consumatori ed Utenti della Provincia di Savona. A questo importante evento hanno partecipato oltre al sindaco della cittadina rivierasca Franco Floris, anche l'assessore regionale all'Ambiente Renata Briano e Gian Luigi Taboga, Presidente del Coordinamento ligure consumatori ed utenti.

Oggetto del convegno è stata la gestione dell'acqua pubblica nella provincia di Savona attraverso un'attenta analisi degli acquedotti locali e delle tariffe applicate nei vari comuni della Provincia. L'obiettivo di questo incontro era quello di creare una rete di comuni che insieme gestiscano il servizio.

Il dibattito si è incentrato soprattutto sul fatto che la gestione dell'acqua risulta al momento molto frazionata nella nostra provincia e questo è dovuto a vari fattori, primo fra tutti la mancata attivazione dell'ATO Savonese che di fatto non ha consentito una uniformità della gestione dei servizi idrici. L'esauriente relazione di Taboga ha messo in luce alcune carenze come la mancanza nella stragrande maggioranza dei comuni savonesi della Carta dei servizi e di Regolamenti condivisi con gli utenti come dice la Legge, la carenza di programmazione nella salvaguardia del "bene acqua" (ha portato l'esempio di Vado Ligure ed il suo comparto industriale che consuma una grande quantità dell'acqua, ma che non possiede alcuna struttura capace di recuperare o gestire questa massa enorme di acqua) e la difformità di tariffe fra comuni e comuni se non anche all'interno stesso degli stessi enti. Nel dibattito è emerso come anche il Patto di stabilità stia provocando un crollo negli investimenti nel comparto acqua in tutta Italia con il conseguente incremento dei disservizi nel settore.

L'Assessore Briano ha evidenziato come la Legge sulla gestione dell'acqua a livello nazionale sia sempre in continuo aggiornamento e per tale motivo è difficile realizzare una legge regionale organica; inoltre la recente soppressione delle Provincia di Savona ed Imperia, con la conseguente riorganizzazione dei due ATO, ha ulteriormente complicato il già complicato lavoro. In Regione Liguria si sta comunque discutendo sulla nuova legge per il riordino degli Ambiti Territoriali (idrico e rifiuti) e su questa partita sono presenti con proposte ed idee anche le varie associazioni dei consumatori ed utenti, pur con posizioni critiche su alcuni aspetti, posizioni espresse anche durante il convegno di Andora.

Interessante è quanto sta accadendo nell'ex Provincia di Imperia: l’acqua sarà tutta pubblica e la gestione del servizio idrico sarà gestita dai Comuni della provincia di Imperia. Lo scorso 16 ottobre, infatti l’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità d’Ambito idrico ha deciso, a stragrande maggioranza, che le gestioni del servizio idrico affidate a società miste pubblico privato o totalmente private termineranno non appena sarà attiva una nuova società consortile con gestione in house dei Comuni a cui saranno ceduten attrezzature e trasferiti i lavoratori. Una deroga è stata prevista per i Comuni sotto i 1000 abitanti (che nell'imperiese sono la maggior parte) che potranno scegliere se proseguire nella gestione diretta o entrare nella nuova società consortile.

Nell'intervento dei 3 sindaci intervenuti (Luigi De Vincenzi di Pietra Ligure, Renato Dacquino di Borgio Verezzi ed Alessandro Oddo di Tovo) è comunque emerso evidente che il punto di partenza di qualsiasi discussione in merito è che l'acqua è pubblica e che tale deve rimanere (concetto ribadito anche dal Referendum del 2011 nel quale oltre il 95% dei votanti si è espresso a favore di una gestione dell'acqua PUBBLICA, PARTECIPATA E DEMOCRATICA). Tutti e tre i sindaci infatti firmarono il manifesto per l'acqua pubblica che diceva:
  1. L’acqua rappresenta fonte di vita insostituibile per gli ecosistemi dalla cui disponibilità dipende il futuro degli esseri viventi.
  2. L’acqua costituisce, un bene comune dell’umanità, il bene comune universale, un bene comune pubblico, quindi indisponibile che appartiene a tutti.
  3. Il diritto di ogni individuo all'acqua è un diritto inalienabile, il cui accesso deve essere garantito a tutti come un servizio pubblico.
  4. L’approvvigionamento e la successiva distribuzione dell’acqua non possono e non devono diventare oggetto di mercimonio o essere motivati dall'interesse e dal lucro, ma devono essere assicurati dalle istituzioni pubbliche che rappresentano le comunità territoriali di tutti i cittadini.

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